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In questa sezione vengono presentati articoli scientifici che possiamo raggruppare in due categorie: articoli concernenti esperimenti “storici” (Pavlov, Libet, Milgram, Zimbardo ecc.) o comunque ricerche più volte confermate e tali da costituire solidi punti di riferimento nelle neuroscienze e/o nella psicologia scientifica, e ricerche di grande interesse in aree ancora aperte ed in evoluzione: abbiamo raggruppato i primi sotto il titolo “Le Grandi Ricerche”, ed i secondi sotto il Titolo “Recenti Ricerche delle Neuroscienze e della Psicologia Cognitiva”. In entrambi i gruppi, ma in particolare nel secondo, il futuro potrà riservarci importanti e forse anche rivoluzionarie novità: le nostre riflessioni e proposte e gli stessi articoli di Autori prestigiosi che riportiamo, hanno solo il fine di informare su quanto oggi si conosce e di destare curiosità e desiderio di tenersi aggiornati… “πάντα ῥεῖ ὡς ποταμός- panta rhei os potamòs” tutto scorre come un fiume…
P.S.: Se vi interessa un tema particolare usate la funzione “Cerca” in alto a dx
Risposta: E’ un fenomeno che riguarda la psicologia di massa ed in particolare la propensione a compiere atti deplorevoli se altri li hanno già compiuti, e se vi sono ottime probabilità che restino impuniti.
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Risposta: Si. A volte anche in maniera considerevole. Questa nostra grave limitazione è ben nota in ambito giudiziario (specie negli USA) ove l’uso spregiudicato delle “leading question” (domande guida) può alterare le risposte del testimone.
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Risposta: Probabilmente è la tecnica del foot-in-the-door (il piede nello stipite della porta), ovvero iniziare con una richiesta innocente e facile ad esaudirsi per chiedere poi molto di più. E’ la tecnica utilizzata da molti venditori a domicilio o per telefono. E’ stata studiata con un esperimento storico negli anni ’60 da Freedman e coll.
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Risposta: Si, a volte molto e con varie modalità, ancor più nel feto e nei bambini piccoli, tanto l’inquinamento dell’aria che quello di acqua e cibi.
Ecco alcuni recenti ricerche, tra le molte disponibili …
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Domanda: Quanto spesso i nostri ricordi sono falsi ricordi?
Risposta: I ricordi raramente sono fedele riproduzione, più spesso rielaborazione (Vedasi anche la risposta alla domanda n. 30).
Purtroppo spesso i ricordi subiscono importanti deformazioni con introduzione di dati e particolari del tutto immaginari: il fenomeno è in larga parte spontaneo ma può anche essere indotto specie negli individui più suggestionabili ( es. bambini) con conseguenze imprevedibili. Sul tema esiste una ricca bibliografia: proponiamo due importanti articoli.
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Domanda: L’”effetto placebo” ovvero l’effetto terapeutico non direttamente legato al farmaco, ma piuttosto a meccanismi neuro-chimici messi in atto inconsapevolmente dal soggetto, si manifesta in maniera simile in tutte le persone o vi sono importanti differenze tra diversi soggetti?
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Risposta: E’ un curioso Bias psicologico che ci porta a credere e ad accettare come significative descrizioni sommarie, spesso contrapposte, di tratti caratteriali (es. un particolare individuo viene descritto come riservato ma talora estroverso, generoso ma anche geloso delle proprie prerogative, riflessivo ma anche istintivo).
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Risposta: Si. Quanto meno nei bambini: è stato dimostrato da una sorprendente ricerca effettuata su 136 piccoli bambini di Bucarest ( Romania), parte dei quali istituzionalizzati in un orfanatrofio. La RM, effettuata a distanza di anni in 69 di loro, ha evidenziato un chiara diminuzione della mielinizzazione delle fibre nervose sottocorticali, il che potrebbe spiegare i disturbi cognitivi e comportamentali rilevati in questi bimbi.
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Risposta: Moltissimo: già nel 1941 Rugg in uno storico esperimento dimostrò che era sufficiente usare il termine “non consentire” anziché “vietare” e cambiava la opinione di una parte significativa dei soggetti che dovevano decidere (lo studio di Rugg è stato recentemente integrato ed aggiornato da Karl-Heinz Reuband - The Allow-Forbid Asymmetry In Question Wording - A New Look At An Old Problem).
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ovvero quale è il peso della versione che ci viene presentata nella descrizione di un avvenimento controverso?
Risposta: Purtroppo la nostra naturale propensione non è verso la obiettività, ma al contrario verso il giudizio che ci appare più semplice e soprattutto meno faticoso.
Gli psicologi cognitivi hanno coniato l’acronimo WYSIATI (What You See Is All There Is= ciò che si vede è la unica cosa che esiste), per descrivere i processi decisionali veloci ma molto spesso erronei che tendiamo ad utilizzare nelle situazioni ambigue.
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Risposta: Si: più di quanto il nostro buon senso ci suggerisce e purtroppo molto di più di quanto generalmente i magistrati abbiano consapevolezza.
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Risposta: Non solo è possibile, ma è piuttosto frequente, come dimostra il famosissimo esperimento del Gorilla e come documenta questo interessante studio su una “scena del crimine”…
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Risposta fornita da Noam Chomsky con il suo famoso decalogo:
Il comune buon senso ci fa dubitare sulla attendibilità di molte notizie. Tuttavia raramente valutiamo con rigore critico quello che leggiamo, ascoltiamo ed in particolare vediamo.
Ben pochi di noi immaginano che esistono e sono usate vere e proprie tecniche di manipolazione delle notizie per indirizzare il pubblico verso un pensiero unico.
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Risposta
La suggestione ha un ruolo molto importante nella ricerca sulla psiche ed in ogni genere di terapia.(1) Il primo studioso che ha dimostrato che i risultati delle ricerche psicologiche sono influenzati inconsapevolmente dai ricercatori è stato Martin Orne negli anni 60 (2).
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Risposta fornita dallo storico esperimento di Rosenhan (1973):
L’effetto “cornice” è probabilmente il più frequente e temibile bias in psichiatria. Dal 1973 , grazie anche a questo famoso studio, vi è maggiore attenzione a questo genere di errori ma, come tutti i bias, è controllabile ma non eliminabile.
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