serendipitàRisposta: SI. “Serendipità” secondo il Vocabolario Treccani è un termine diffuso dallo scrittore inglese Horace Walpole che lo trasse dal titolo della fiaba The three princes of Serendip: con questo vocabolo intendeva definire quella singolare capacità di fare per caso inattese e felici scoperte, specie in campo scientifico, mentre si sta cercando altro.

Il primo scienziato che studiò il fenomeno fu Il fisiologo Walter Cannon, che definì la serendipità come “la facoltà di trovare le prove a sostegno di un’ipotesi in modo del tutto inaspettato, o la capacità di scoprire nuovi fenomeni o relazioni tra fenomeni diversi senza avere avuto l’esplicita intenzione di scoprirli”. Un recente, originale studio italiano pubblicato su Cortex ha dimostrato che il fenomeno si verifica più comunemente di quanto si ritenesse e che La serendipità sembra quindi prodursi quando l’attenzione di un osservatore attivo non è strettamente focalizzata su ciò che, in base all’esperienza di eventi passati coscientemente percepiti, ci si aspetta di osservare in futuro”. Ecco l’Astract dell’articolo ed un breve commento del coordinatore della ricerca …

 

The “serendipitous brain”: Low expectancy and timing uncertainty of conscious events improve awareness of unconscious ones (evidence from the Attentional Blink) Abstract

Stefano Lasaponara, Alessio Dragonea, Francesca Lecce, Francesco Di Russo, Fabrizio Doricchi -Cortex - Volume 71, October 2015, Pages 15–33

 

Individuate le basi neurali della “serendipità” La capacità di fare scoperte inaspettate dipende da un meccanismo cerebrale che potenzia l’osservazione cosciente. Lo studio della Sapienza su “Cortex”